Quali sono le migliori strategie per favorire la ripresa del turismo nelle città d’arte?
Come sappiamo, le città d’arte sono quelle che, purtroppo, hanno più risentito degli effetti della pandemia. I flussi turistici nelle principali destinazioni italiane hanno infatti subito un calo di oltre l’80% .
Non è bastato l’allentamento delle restrizioni durante i mesi estivi del 2020 ad alleviare la situazione. E’ vero, ci sono stati lievi miglioramenti in termini di soggiorni, ma siamo ben lontani dalle percentuali di occupazione raggiunte dalle strutture leisure di mare e montagna.
Città d’arte e ripresa del turismo
Sebbene alcune strutture siano riuscite a lavorare nei mesi di luglio, agosto e settembre, la maggior parte degli esercizi ricettivi in città è sostanzialmente ferma da marzo 2020 (più di un anno) ed è certamente diffuso il sentimento di sconforto per un periodo così lungo di inoperatività e mancati guadagni.
Nonostante tutto, si intravede una luce in fondo al tunnel con l’andamento progressivo della vaccinazione in tutto il mondo e le ipotesi sempre più concrete di un “passaporto vaccinale” che fanno sperare in un ritorno ai viaggi già dalla seconda metà del 2021. E’ necessario quindi adottare sin da subito strategie mirate alla ripresa del turismo, in particolar modo nelle città d’arte.
Infatti, già i prossimi mesi estivi potrebbero costituire per le nostre strutture di città una rampa di lancio per la ripartenza ed un banco di prova cruciale per verificare se abbiamo tutte le carte in regola per riaprire la nostra struttura al pubblico, con le corrette strategie e la giusta programmazione.
Revisioni ed analisi
In attesa che ciò avvenga, possiamo sicuramente approfittare di questo periodo, con le nostre strutture ferme o a basso regime, per riconsiderare le nostre strategie ed i parametri su cui ci siamo basati finora. Vi abbiamo già illustrato alcune strategie post Covid-19 per l’estate 2021, ma ribadiamo che è bene innanzitutto analizzare nel dettaglio i risultati ottenuti prima dell’inizio della pandemia. Così facendo, si potrà comprendere cosa ha funzionato e cosa no, ponendo i presupposti per una ripartenza oculata ed orientata a massimizzare i profitti, coerentemente con l’evoluzione degli eventi esterni.
Implementazione degli strumenti di vendita
Sito web e metriche connesse
Può essere questa l’occasione, ad esempio, per revisionare il proprio sito web, aggiornando i contenuti e le foto e verificando, tramite strumenti come Google Analytics, il traffico ottenuto finora e il tasso di conversione delle prenotazioni, al fine di valutare eventuali azioni di marketing o di SEO.
I software di gestione e prenotazione
Allo stesso tempo, possiamo esaminare i software gestionali utilizzati sinora (come il Booking Engine, il Channel Manager e il PMS), ottimizzandoli o eventualmente sostituendoli con strumenti più validi.
Si può, inoltre, analizzare il processo di prenotazione diretta attualmente in essere, al fine di migliorarne le performance e le tempistiche: dall’arrivo di una nuova richiesta alla risposta via e-mail, all’invio di un preventivo, alla vendita di servizi extra prima dell’arrivo, al customer care durante e dopo il soggiorno.
I partner
Fare il punto sugli accordi di collaborazione in essere (con OTA, agenzie o tour operator) può sicuramente portare benefici.
La revisione di questi accordi dovrebbe basarsi soprattutto sui risultati generati negli anni passati ma anche sul modus operandi di ciascun partner. Questo ci aiuterà a capire se vale la pena ravviare alcuni accordi stagnanti oppure a valorizzare le partnership che hanno funzionato bene in passato. Al contrario, potremo anche arrivare alla conclusione di troncare quei rapporti che valutiamo non possano più contribuire al raggiungimento dei nostri obiettivi. Si pensi a quei canali di vendita che avevamo aggiunto in passato “tanto per provare” ma che non ci avevano mai generato prenotazioni, oppure quell’agenzia alla quale non abbiamo mai avuto il tempo di inviare delle immagini adeguate della nostra struttura.
Strategie di Revenue Management e Piani Tariffari
Contestualmente alla revisione degli strumenti e dei canali di distribuzione, possiamo valutare le strategie di vendita adottate finora. In particolare, sarebbe bene analizzare nel dettaglio i seguenti risultati:
- il tasso di occupazione medio
- la tariffa media giornaliera, sia sulle camere vendute (ADR) sia sul totale delle camere (RevPar)
- la permanenza media di soggiorno
- la finestra di prenotazione media relativa alle varie stagionalità
- il target di clientela acquisito
- la nazionalità dei clienti relativa ai vari periodi dell’anno
Si tratta di dati che forniscono una visione completa dei risultati delle nostre azioni commerciali nel corso del tempo.
In base all’esito di questa analisi, potremmo valutare determinate correzioni da apportare alla nostra strategia al fine di migliorare uno o più dati che non sono risultati ottimali.
Perchè un revenue management progessivo?
Inoltre, al fine di preparare le basi per una ripartenza della nostra attività, occorre elaborare una strategia di revenue management progressiva ovvero che si adatti all’evolversi della situazione legata alla pandemia. Allo stesso tempo, anche i nostri obiettivi dovranno essere proporzionati allo stato dei fatti, altrimenti si corre il rischio di impostare delle azioni di vendita fuori dalla realtà con inevitabili conseguenze controproducenti.
Tariffe semplificate
Dal punto di vista di gestione dei piani tariffari, in linea generale ma ancor più in questo momento particolare, è certamente consigliabile una semplificazione dell’offerta che preveda non più di 3 piani tariffari.
Si può cominciare inserendo un’offerta personalizzata sul sito web diretto, che possa incentivare le vendite disintermediate. Allo stesso tempo, sarà quasi inevitabile la sospensione della classica “non rimborsabile” . Questa tariffa, infatti, non offre garanzie di rimborso e in questo momento storico non può essere presa in considerazione dai nostri potenziali ospiti.