12 Marzo 2021, FMAG
FMAG parla di BeSafe Rate in un articolo del 12 marzo pubblicato nel loro magazine online. La storia, il progetto, il round di investimenti chiuso dall’azienda grazie all’intervento di fondi di CDP e LVenture Group: tutto è raccontato da Dario De Martino all’interno del pezzo a noi dedicato.
Ecco un estratto:
Dare la possibilità di rimborso ai clienti e allo stesso tempo garantire agli albergatori di non perdere i guadagni previsti. È lo scopo che si prefigge BeSafe Rate, startup che offre un servizio digitale agli albergatori che in tempo di Coronavirus vale oro. L’idea è quella dell’istituzione di una tariffa prepagata che risolva in anticipo la problematica delle tariffe non rimborsabili.
Con la pandemia, infatti, gli inconvenienti che possono far saltare una prenotazione non sono affatto rari e BeSafe Rate offre una soluzione valida sia per i clienti che per gli albergatori.
Il progetto BeSafe Rate
Il progetto piace e convince anche gli investitori che puntano forte su questo progetto. Proprio in queste settimane è stato chiuso un round di investimento da 485mila euro, al quale hanno partecipato Cdp Venture Capital Sgr, l’acceleratore LVenture Group e diversi business angel (soggetto privato che apporta fondi ad una start up in cambio di capitale di rischio della stessa, diventandone socio).
Il servizio digitale messo a punto da BeSafe Rate permette agli alberghi di attivare una tariffa che assicuri i clienti in caso di cancellazione e al tempo stesso garantisca i guadagni previsti alle strutture. Un servizio digitale anche semplice da usare e compatibile per ogni software di prenotazione delle strutture ricettive.
Ma come funziona praticamente? Nel caso in cui un cliente sia costretto, per motivi legati alla pandemia ma non solo, a cancellare la prenotazione effettuata con l’albergo, sarà l’assicurazione partner di BeSafe Rate a gestire la pratica e ad occuparsi di erogare il rimborso.
Così l’albergo avrà comunque la sua entrata garantita e il cliente non spenderà soldi per un servizio di cui di fatto non ha potuto godere. L’idea, come detto, ha già convinto vari albergatori e sono oltre 550 strutture ne usufruiscono. Un bel respiro di sollievo per il comparto del turismo, che soffre ormai da dodici mesi.
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